mercoledì 24 febbraio 2016

Spocchia

Spocchia, bella parola... Usata male per sminuire qualcuno che comunica verità scomode o usata bene per smontare un presuntuoso. La spocchia si può avere in due casi: quando, in un certo senso, la si merita per particolari competenze e abilità e quando non la si merita. Nel primo caso è un atteggiamento altezzoso che socialmente non paga, nel secondo è quasi una necessità per nascondere la propria ignoranza o inconsistenza. Nel caso in cui si è un intellettuale la spocchia è cosa distinta dalla presunzione. Un intellettuale, cioè un soggetto capace, almeno più dei suoi immediati vicini, di elaborare pensieri, è possibile abbia spocchia, ma non è così frequente come potrebbe sembrare. La maggior parte degli spocchiosi sono piuttosto pseudo-intellettuali che hanno necessità di nascondere la propria inconsistenza. Come si riconoscono? Frasi senza senso che lasciano intendere ne abbiano uno talmente profondo da sfuggire alla comprensione del prossimo. Affermazioni ambigue o sospese che potrebbero dire tutto ed il suo contrario. Sospiri e sorrisi di apparentemente benevola e paziente comprensione dei limiti incolmabili dell'interlocutore. Linguaggio tortuoso gonfiato di decorazioni per nascondere la banalità del contenuto. Due esempi ben noti e popolari: i testi di Heidegger e le canzoni di Battiato... :-)

Capo Rama

Capo Rama e costa di Terrasini, Trappeto e Balestrate di Giuseppe Ippolito
passeggiata di interesse geologico

La metà orientale del Golfo di Castellammare alterna coste alte e rocciose (falesie) e spiaggie di sabbia. Le rocce affioranti nei pressi dei ruderi della Torre di Capo Rama sono calcari di piattaforma carbonatica del Triassico (Norico sup.). Osservandone i dettagli si riconoscono le caratteristiche sedimentologiche degli ambienti di retroscogliera: bassi fondali marini ricchi di fango calcareo, separati dal mare aperto da una barriere corallina. Ambienti simili a questo si possono oggi osservare lungo le coste dei mari tropicali.
Sedimentologi e geologi, nell'esaminare la successione sedimentaria di Capo Rama, hanno evidenziato una caratteristica ciclicità di facies (Catalano et al., 1974). Ogni 2,5 metri circa di spessore di roccia si ripetono in ordinata successione tre litologie afferenti ad altrettanti ambienti attuali contigui ed adiacenti, dalla laguna di retroscogliera alla piana littorale emersa e in erosione. Il termine inferiore di ogni ciclo è costituito da dolomie e calcari dolomitici a megalodontidi che rappresentano, nell'ambiente originario, la condizione di laguna sommersa. I megalodontidi sono infatti una famiglia di grandi molluschi bivalvi filtratori che vivono infossati nel sedimento delle lagune di retroscogliera e vengono spesso ritrovati fossili ancora in posizione di vita. Termine intermedio, soprastante al precedente, è costituito dalle Dolomie stromatolitiche e loferitiche. L'ambiente deposizionale di questo termine è l'area tidale che alterna emersione e immersione con le maree. In questo ambiente si formano e si accrescono le stromatoliti, strutture sedimentarie finemente laminate costruite, nei sedimenti delle piane tidali, ad opera di microrganismi fotosintetici come alghe e batteri. I microrganismi formano nel tempo una successione di tappeti algali mucillaginosi che intrappolano i fini sedimenti carbonatici della piana littorale. Terzo ed ultimo elemento del ciclotema sono le brecce loferitiche: prodotte dall'alterazione meteorica che si avvia durante prolungate fasi di emersione della piana tidale. Dopo una discontinuità erosiva inizia un nuovo ciclotema. Poco distante, a Cala Rossa, affiorano altre rocce calcaree di colore grigio-chiaro e rosa, depositatesi in ambiente pelagico (mare profondo distante dalla costa) in tempi più recenti, tra il Malm e l'Eocene sup., e contenenti fossili di organismi unicellulari pelagici(Catalano et al 1973). Altri affioramenti sedimentari, ancora più recenti, pliocenici e pleistocenici, si trovano lungo le spiagge di Trappeto e Balestrate e conservano fossili di ambiente neritico (mare poco profondo), soprattutto lamellibranchi dei generi Chlamis e Pecten, gasteropodi e brachiopodi.
Merita un accenno la flora xerofila ed alofila di Capo Rama dominata dalle autoctone palma nana (Chamaerops humilis)ed efedra (Ephedra sp.), cui negli ultimi decenni si è aggiunta una cactacea nordamericana naturalizzata, l'Opuntia stricta. Poco rimane della vegetazione dei litorali sabbiosi rimossa da tempo per far spazio alla balneazione di massa.
Programma
Partenza alle ore 9.00 da Piazza Europa a Palermo per Terrasini e Capo Rama, visita guidata per l'osservazione e la descrizione degli affioramenti rocciosi di Capo Rama e Balestrate. Rientro previsto a Palermo per le 14.00. Eventuale e facoltativa visita al Museo Daumale di Terrasini.
Scheda tecnica
La passeggiata sulle falesie di Capo Rama e lungo la costa di Trappeto presenta dislivello e lunghezza trascurabili. Si cammina su sterrate, sentieri, scogliera calcarea e spiaggia; Difficoltà: facile, turistica (un omino)

Informazioni: Giuseppe Ippolito 3403380245, Sede 0916824488.

Artemisia, società cooperativa a r.l. per il turismo sostenibile e l'educazione ambientale. Via Serradifalco, 119 - 90145. Palermo. Tel. 091/6824488; 340/3380245; E-mail: artemisianet@tin.it Sito: http://www.artemisianet.it

lunedì 1 febbraio 2016

Purtidda! Purtidda!

Anche i montanari di Sicilia sanno che "cu avi lingua passa i muntagni", ma sanno anche qualcosa in più: per passare le montagne si devono attraversare "i purtidda", italianizzato dai topografi dell'IGM in "portelle". Da noi, 'ni nuautri' sarebbe il caso di scrivere qui, "i purtidda" col plurale in "a" del mondo ellenistico, sono le selle, i passi, le forcelle, i valichi e tutto questo genere di porte di montagna. Sono passaggi comodi per attraversare creste e rilievi che separano tra loro valli e vadduna, il posto meno faticoso per passare. Dove c'è una purtidda, che sia tale, c'è sempre almeno un sentiero, una mulattiera o una trazzera regia. Salite su una portella qualunque e le vostre possibilità si moltiplicheranno, perchè passare 'na purtidda significa uscire da un mondo per entrare in un'altro, ma finchè si sta sulla portella si hanno almeno due mondi sotto di se e, se non si sceglie per nessuno dei due, si può sempre prendere la via delle creste, verso altre portelle e altri mondi. Un tempo si passava così da un feudo all'altro, da un paese all'altro, da una vita all'altra. Dalle portelle passano i confini (finaiti), ci si poteva trovare la dogana, i briganti, e doverci pagare un pedaggio o un pizzo. Non a caso i primi socialisti siciliani dei paesi montani del palermitano scelsero una grande purtidda erbosa per radunarsi insieme tra abitanti di vallate diverse: con quel gesto, con quella presenza di popolo sul valico, abolivano di fatto secoli di confini feudali.
E allora, se vi sentite a volte costretti su un binaro, sia fisico sia metafisico, provate a salite su una portella, chissà che non vi riesca di cambiare il mondo...

Portella Bianca si trova sopra Piano Casaboli (Pioppo - Monti di Palermo), antiche trazzere la collegano alla Portella Sant’Anna che invece si trova sopra San Martino delle Scale. A Portella Sant'Anna sono presenti i resti malmessi di un'antica Torre ed una chiesa ipogeica. Un'escursione panoramica "portelle portelle", fisiche e metafisiche, sui Monti di Palermo.