mercoledì 24 febbraio 2016

Spocchia

Spocchia, bella parola... Usata male per sminuire qualcuno che comunica verità scomode o usata bene per smontare un presuntuoso. La spocchia si può avere in due casi: quando, in un certo senso, la si merita per particolari competenze e abilità e quando non la si merita. Nel primo caso è un atteggiamento altezzoso che socialmente non paga, nel secondo è quasi una necessità per nascondere la propria ignoranza o inconsistenza. Nel caso in cui si è un intellettuale la spocchia è cosa distinta dalla presunzione. Un intellettuale, cioè un soggetto capace, almeno più dei suoi immediati vicini, di elaborare pensieri, è possibile abbia spocchia, ma non è così frequente come potrebbe sembrare. La maggior parte degli spocchiosi sono piuttosto pseudo-intellettuali che hanno necessità di nascondere la propria inconsistenza. Come si riconoscono? Frasi senza senso che lasciano intendere ne abbiano uno talmente profondo da sfuggire alla comprensione del prossimo. Affermazioni ambigue o sospese che potrebbero dire tutto ed il suo contrario. Sospiri e sorrisi di apparentemente benevola e paziente comprensione dei limiti incolmabili dell'interlocutore. Linguaggio tortuoso gonfiato di decorazioni per nascondere la banalità del contenuto. Due esempi ben noti e popolari: i testi di Heidegger e le canzoni di Battiato... :-)

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